giovedì 17 settembre 2009

Pt.1 - aspetta di vedere il resto... dice il trans.

la ka rossa percorre, a tutta velocità, il vialetto sterrato, pieno di buche, che porta alla villa. parcheggia. inserisce la frizione. spegne la radio. si apre lo sportello. esce, lui, un tipo alto con la folta barba bianca che si attacca direttamente ai capelli. è magro, vestito in maniera molto casuale. trasandato e sciatto da inizio alla sua camminata, che sembra quasi un ballo. ha gli occhiali tondi di colore nero, al lato una riparazione con lo scotch. infila la mano in tasca e prende un mazzo di chiavi, che solo la bocca di un adolescente è più piena di metallo. si avvicina al portone verde, enorme. la casa è un castello. i colori sono vivi sul muro. una torre spicca tra gli alberi che circondano la casa.
non è disabitata, anche se lo si può pensare vedendo chi sta andando ad aprirla. quello sembra più un barbone; ho pensato subito appena l'ho visto. non può essere casa sua. invece si.
ma vi vorrei prima narrare del perchè mi trovi li, in quel castello, e di come conosca e sopratutto chi sia quell'individuo.

il giornalaio. un tipo pacifico. vende giornali, allegati, ognio tanto qualche rivista porno; sopratutto le legge. questo è il classico giornalaio, che tiene pulita la sua edicola, che vive in una casa normale, che ha una famiglia normale e una vita mediocre. questò è il tipo normale. poi c'è il giornalaio di cui vorrei narrarvi. il suo nome è carmelo. da quando i genitori gli hanno comprato un'edicola, lui, è fisso li. ci dorme ogni tanto, mangia, e legge dentro. l'interno è un completo disastro con scatoloni da tutte le parti. giornali che spuntano fuori da ogni busta. ma, a dispetto di ciò, li scaffali sono l'unica cosa in ordine; mette ogni minimo allegato e fumetto perfettamente inserito in ogni scomparto. il pavimento, come ho detto, è pieno di scatoloni e la gente è impossibilitata ad entrare. ad ogni richiesta, di repubbliche o giornali vari, lui si butta, come fosse in guerra, alla ricerca dell'articolo; con in sottofondo la voce dei clienti che pregano affinchè non si faccia male. ma per lui è come se tutto fosse in ordine... tutto perfetto. ed ecco che dopo qualche minuto ti si para davanti, a mo di guardia svizzera, con la rivista in mano. con aria quasi signorile.
il signor carmelo dorme e va in giro per la città con la sua fidata macchina rosso opaco. come fosse l'ultima fiammella di un fuoco morente. l'interno dell'utilitaria non è in pelle o altro, no, è in giornale. rivestito di giornale con interni in giornale. lui dorme li tra l'inchiostro e la carta, eppure non ha mai sperato di diventare giornalista o che so io. no, lui è li che mangia il suo bel piatto cinese, con le sue bacchette, mentre tutt'attorno c'è scritto del mondo che va avanti. così non ha bisogno di tv e radio. non si rincoglionisce il cervello e vive nello spazio che li basta senza strafare.

oggi ho deciso di interessarmi a questa strana creatura. a dire il vero siamo in due; io e il mio amico. così per curiosità intraprendiamo un discorso con lui.

-"buongiorno"
-"buongiorno, mi dicano". lui tratta tutti come fossero persone importanti; per questo tutti nel quartiere lo trattano con rispetto.
-"ce l'hai per caso la copia di xl?, e come sei finito a vendere giornali?"
non ci credo. gli ho fatto la domanda. paura.
poi lui, che già aveva inziato a cercare, si gira e con aria di superiorità mi fissa. mi dice.
-"ci conosciamo?"
-"no, non penso. lui però è figlio della cugina di una tua lontana parente, io sono suo amico."
il mio amico mi guarda scandalizzato. il giornalaio, sentenzioso, mi fa
-"scusatemi. ecco la copia, fa tre euro, grazie."
prendo la rivista, pago. lui entra nel gabbietto e chiude la porta, senza proferir parola. mi ha liquidato. non continuo ma prima o poi saprò che cosa c'è sotto la sua vita.
intanto lo vedo girare, sempre con sguardo serio e pensieroso, con la sua ka rossa opaco. mi balena in mente l'idea che sia un serial killer, o un hippi in pensione o un musicista folle. forse ha talemente tanta personalità che, anche se fa il mestiere più umile, riesce ad attirare l'attenzione su di se, mai con sgarbo. è sobrio. un barbaro signore. ma un signore.

scrittore n°1...

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