paranoiche canzoni commerciali mi ballonzolano in mente. che fino in fondo sono anche orecchiabili. però, ho dei limiti. preferisco ascoltare della buona musica e non vendermi a MTV. così ritorno a guardare l'enorme strappo che si è creato al lato delle mie convers. non capisco perchè diavolo mi durino così poco. mi metto in spalla la chitarra e con aria assonnata mi avvio al locale. sotto gli occhialetti scuri ho gli occhi pieni di sonno. e le zampe di gallina sembrano quasi solchi, che mi fanno le pupille a palla. basta con l'acol giuro... ehm, no meglio non giurare.
e così siamo arrivati al punto. le prove sono finite e mi avvio a casa con la mia ragazza. è buio, il locale è situato in culonia. tra l'aperta campagna e le case popolare; che bel clima. cani randagi affamati. la strada mezza buia. io cammino con lei al fianco tutti e due tentiamo di nascondere la paura sparnado cazzate. poi, improvviso li sentiamo. il rumore delle zampe che corrono e raschiana l'asfalto. in un momento ho defecato il mio coraggio e l'adrenalina m'è salita rendendomi rigide le chiappe. non saper cosa fare di rende pazzo, ti mette di fronte a scelte improvvise che normalmente non faresti. scopre il lato animale di te. e così da bravo animale mi feci forza. solo apparenza, aprii le braccia e mi allargai a mo di pesce palla. sembravo un big foot fumato. un urlo spaventoso si fece avanti dalla mia bocca, quasi un orso mi avesse ruggito dalla gola. i cani mi guardarono con occhi liqudi e scapparono. mi domandai che cosa avessi fatto. salvo.
i tre giorni a seguire furono di puro silenzio. la voce se ne era andata completamente. be ebbi tempo di pensare... se tutta questa apparenza spaventa tanto dovrei farlo più spesso.
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