domenica 13 settembre 2009

estratto del mondo che va

non sperare, mai. non sperare a meno che non abbia certezze; e anche allora non avrai bisogno di farlo. quando si cade non c'è bisogno di sperare; quello si chiama pregare. ora, prega.

il treno parte e con lui i pensieri nella mia testa. affacciato al finestrino guardo la lenta involuzione della natura: palazzi; che sorgono nel verde, strade incomplete, alberi malati e smog. sono li che fisso, bello il tramonto; penso tra me e me. è vero, è stupendo. amo quella luce calda che filtra dal finestrino e mi infiamma gli occhi; come un bambino con una grande lente filtra i raggi del sole per bruciare le formiche. la mente vaga, tocca spazi infiniti, le pareti del mio cranio si sono allargate inglobando tutto l'universo. milioni di problemi, milioni di risate, milioni di strade, milioni di persone.
non sono solo, c'è vita intelligente su questo pianeta. allora mi domando subìto perchè, se c'è vita intelligente, va tutto così a puttane, con tutto il rispetto parlando. presidenti psico-nani, vallette, puttane tutti al parlamento; come fosse un grande asilo nido dove colorare disegni di legge. quand'è che gli mandiamo qualche bravo maestro che li insegni come prepararsi il ciucciotto o come non piangere per ogni capriccio urlando: lo voglio, lo faccio. oh, ma che sbadato non ci sono più maestri o meglio stanno tutti impazzendo per trovare un posto di lavoro. troppo occupati per preoccuparsi dei nostri onorevoli.
idea scartata. si, la scartiamo come idea, ma almeno facciamo qualcosa perchè la loro prima parola non sia: mafia. mi sa che è tardi.

non citerò la fame nel mondo, non serve. non citerò l'inquinamento, non serve. non ciertò il problema dell'alcol, della droga, dell'idiozia giovanile. non serve.

il terno si ferma. è la mia meta, per ora. scendo. la stazione è vicino ad un bosco, prendo a camminare per il sentiero. giungo in cima alla scarpata. di qui respiro, vedo la cittadella sottostante. piccola, con poca vita, ma allegra.
il verde mi ricopre completamente, l'erba è alta, e ogni minimo ramoscello ha preso il colore rosato del tramonto. vorrei fumarmi una sigaretta. non è la nicotina che mi serve. no, è vedere il mio respiro per quello che è... sporco. dopo la prima boccata, aspettare. espirare e vedere la nuvola grigia che hai tenuto dentro venire fuori. guardarti, non letteralmente, e dirti questo è tutta il nervosismo che avevo dentro. ora è venuto fuori. sarebbe bello fosse così; ma per tutto c'è un lato negativo. il problema è che una parte di quel nero-grigiastro con tutte le mie ansie e negazioni resterà sempre con me. si accumulerà sul fondo dei miei polmoni e li, patina dopo patina, mi farà nero il cuore. ma in fondo siamo liberi di appartenere a chi vogliamo. io non appartengo al fumo, preferisco l'alcol... alle feste, di tanto in tanto. una sana dipendenza. lei da a me, io do a lei.

passano tre ore. decido di riprendere il treno. mi rifaccio la sfacchinata e rieccomi alla stazione. salgo. ormai la notte mi fa chiudere le palpebre. dinuovo il treno riparte. io li al finestrino che guardo il buio e il riflesso delle luci al neon interne. mi si amplia la mente come una mongolfiera e torno a pensare.
ricordo i miei amici. quella sera eravamo colti da risate isteriche attaccatecele uno dopo l'altro. così il mio amico fa: guarda quello, ride in continuazione. sta sempre a ridere, ma che vita è?!?!.
l'ilarità, lui che si mette un fiorellino in testa e noi: mamma mia quanto sei sexy. passiamo davanti ad un bar, lo indichiamo alla gente, tutti lo guardano, lui serio, nessuno ha il coraggio di dire niente. poi uno, mezzo ubriaco, ci fa: cazzo, amico, fai davvero schifo.
ridiamo. è stato il primo sincero. ubriaco, ma sincero. la gente dietro, invece, ci guardava come fossimo ricchioni. rimaneva ferma, come fossimo tipi da evitare appunto per questo. non voglio scrivere altro. lascio intendere.
sono single e penso alla mia situazione. al problema dell'amore. poi vedo una bellissima ragazza, di colore, che attraversa il corridoio e si va a sedere. ha le treccine è meraigliosa. la sua faccia è solare anche se è completamente nera. quasi mille raggi illuminassero, come il sole, solo con un suo sorriso. mi mette felicità. si dipinge sul mio volto un sorriso e non penso più a niente. immagino non sia una puttana o lo spero, non che cambi molto, mi dispiacerebbe sapere che è venuta fin in italia solo per prostituirsi.

il terno continua la sua corsa. si ferma e si riferma. con tutti i problemi che ci sono dovebbe continuare all'infinito e io con lui; per poterli pensare.

scrittore n°1...

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